Nel Museo Archeologico Ribezzo di Brindisi è conservata una laminetta aurea ritrovata, nel corso di alcuni scavi effettuati nel 1909, in contrada Pietà, insieme ad altro materiale archeologico. La laminetta riporta una iscrizione magica tardoantica, almeno in parte in lingua egiziana, il cui testo recita: “chentemma tephreichen tephrais…(cui seguono alcuni segni sconosciuti)”. Si tratta verosimilmente di una formula magica contro la gotta.
Sul punto, Benita Sciarra, già direttrice del Museo, sul suo libro “MAPRI” (p. 27) ci dà alcuni dettagli che qui condividiamo:
Laminetta con iscrizione. V sec. a.C. oro, cm 4 x 3.
La traduzione dell’iscrizione, che è in greco, è la seguente – “sciocco è chi con mezzi inadeguati vuole combattere uno più forte di lui”. (D. Comparetti. Laminette orfiche edite ed illustrate. Firenze, 1910, pag. 34)”.
Un ulteriore intervento chiarificatore ci viene dalla D.ssa Giovanna Cera che, nel suo libro “Brindisi in età messapica e romana” a p. 118, così scrive:
” Tombe V sec. a. C. Nel 1909, nei pressi della chiesa della Pietà (e dell’attuale scuola Media Virgilio), furono scoperte occasionalmente tre sepolture, (..) nella terza era deposta una laminetta aurea con iscrizione in greco (inv. 1528), arrotolata. Il testo inciso su questa laminetta, disposto su quattro righe, risulta di non facile comprensione, ma è probabile che riporti una formula magica, in quanto i termini utilizzati trovano corrispondenza in quelli incisi su un amuleto usato contro la gotta. La laminetta è stata variamente datata alla prima metà del IV sec. a.C. o al III sec. d.C. ovvero a epoca tardoromana.”
Laminetta aurea presso il Museo Prov. Ribezzo di Brindisi
A pochi metri di distanza dal ritrovamento si nota il maestoso Bastione San Giacomo.
Il Torrione costruito probabilmente durante la dominazione sveva, aveva lo scopo di inserire la collina di levante all’interno della cinta muraria e, in epoca aragonese – totalmente ristrutturato, doveva consentire l’utilizzo dei pezzi di artiglieria.
Dopo la presa di Otranto nel 1480, infatti, l’attenzione degli aragonesi fu rivolta particolarmente alle città costiere che sarebbero state i primi obiettivi di un eventuale tentativo di attacco da parte dei turchi. Queste città dovevano servire da difesa avanzata per l’intero regno. Quando Ferdinando de Alarcon, generale della Cavalleria ed esperto uomo d’armi, già castellano di Brindisi al servizio degli ultimi Aragonesi, vi ritornò per ordine di Carlo V, con l’incarico di ispezionare la città e disporre i lavori di fortificazione che avesse ritenuto indispensabili alla sua difesa, constatò che era scoperta dalla parte di terra. Così il Bastione venne modificato a pianta pentagonale e dotato di parapetti, merlature, camminamenti per la ronda delle guardie e feritoie oblique per l’osservazione dell’area limitrofa.
Dice lo storico brindisino Andrea Della Monaca nella sua Memoria Historica del 1674 (pp. 641-2):
nell’anno 1530, iniziò la costruzione di una cinta muraria con l’edificazione del gran Torrione di San Giacomo, “il quale quasi un picciol castello, guarda da due parti la città e posto nell’angolo di mezzogiorno difende la muraglia che corre verso il Levante e l’altra verso Tramontana; ha le sue parti sotterranee con bombarde proporzionate per offender il nemico per ogni parte ch’egli si scuopre di campagna “.
Della Monaca però probabilmente si sbagliava, perchè secondo autori moderni il bastione di S. Giacomo fu solo ristrutturato nel XVI secolo. Esso non può ritenersi costruito in tale periodo in quanto raffigurato nella pianta di Brindisi quattrocentesca del Pacichelli, e, perchè mancano molti elementi tipici delle fortificazioni dell’età di transizione.
Sulla faccia del baluardo che guarda a sud-ovest sono gli stemmi di Carlo V e Ferdinando de Alarcon. E’ da rilevare che, sotto il muro occidentale del Bastione di San Giacomo vi è un impianto idraulico, presumibilmente di età romana. Il bastione fu dedicato a S. Giacomo, santo protettore della Spagna.
Oggi, l’ingresso si colloca sulla collinetta in Via Nazario Sauro, e consente l’accesso a tre ambienti con volte a botte, posti sopra altrettanti locali.
Il bastione è attualmente di proprietà del Comune di Brindisi e viene adibito a manifestazioni o eventi culturali ed artistici.
Bastione San Giacomo
Esterni – lato Nord
Esterni – lato Ovest
Esterni – lato Sud Ovest
Stemmi di Carlo V e Ferdinando de Alarcon
Esterni – lato Sud Est
Esterni – lato Est
Interni – Sala 1
Interni – Sala 2
Interni – Sala 3
Bibliografia: Benita Sciarra Bardaro e Carlo Sciarra, Il sistema difensivo a Brindisi; Giacomo Carito, Le mura di Brindisi: sintesi storica; A. Della Monaca, Memoria Historica; Benita Sciarra, MAPRI; G.Cera, Brindisi in età messapica e romana
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Brindisi. A treasure in every street. Contrada Pietà – near Bastione San Giacomo (13)
During some excavations carried out in 1909, a golden plate with a late antique magical inscription, at least partially in the Egyptian language, was found in Contrada Pietà along with other archaeological material. The inscription reads as follows: “chentemma tephreichen tephrais… (followed by non-reproducible signs, probably in Egyptian).” This is likely a magical formula against gout. (caption from the Museum of Archaeology Ribezzo in Brindisi) On this point, Benita Sciarra, former director of the Museum of Archaeology Ribezzo in Brindisi, provides some details in her book “MAPRI” page 27, which we share with you: Plate with inscription. “5th century BC gold, 4 x 3 cm. The translation of the inscription, which is in Greek, is as follows: “foolish is the one who with inadequate means wants to fight someone stronger than him.” (D. Comparetti. Orphic plates edited and illustrated. Florence, 1910, page 34).” On this point, further contributions are given by Dr. G. Cera in her book “Brindisi in the Messapic and Roman Age” page 118: “Tombs 5th century BC. In 1909, near the church of Pietà (and the current Virgilio Middle School), three burials were accidentally discovered (…) in the third one, a golden plate with a Greek inscription (inventory 1528) was deposited, rolled up. The text engraved on this plate, arranged in four lines, is not easy to understand, but it is likely to contain a magical formula, as the terms used correspond to those inscribed on an amulet used against gout. The plate has been variously dated to the first half of the 4th century BC or the 3rd century AD, or to the late Roman period.” A few meters away from the discovery, you can see the majestic Bastione San Giacomo. The tower was probably built during the Swabian domination to incorporate the eastern hill within the city walls and was completely renovated during the Aragonese period to allow the use of artillery pieces. It was modified to have a pentagonal shape and equipped with parapets, battlements, walkways for guard rounds, and oblique openings for observing the surrounding area. After the capture of Otranto in 1480, the attention of the Aragonese was focused on the coastal cities, which would be the first targets of a potential Turkish attack. These cities were to serve as an advanced defense for the entire kingdom. When Ferdinando de Alarcon, the General of the Cavalry and an experienced military man, who had previously served as the castellan of Brindisi for the last Aragonese rulers, returned by order of Charles V to inspect the city and arrange the fortification works he deemed necessary for its defense, he found that it was vulnerable from the land side. To remedy this, as the Brindisi historian notes: in 1530, the construction of city walls began with the construction of the grand Torrione of San Giacomo, “which, almost like a small castle, guards the city from two sides, and is located in the southern corner, defending the wall that runs towards the East and the other towards the North; it has its underground parts with cannons proportionate to attack the enemy from any side that is exposed in the open country (A. Della Monaca, Memoria Historica pp. 641-2).” However, according to modern authors, the Bastione of S. Giacomo was probably only renovated in the 16th century. It cannot be considered built in that period because it is depicted on the 15th-century map of Brindisi by Pacichelli, and many typical elements of transitional period fortifications are missing. On the face of the bastion facing southwest are the coats of arms of Charles V and Ferdinando de Alarcon. It should be noted that, under the western wall of Bastione San Giacomo, there is a hydraulic installation, presumably from the Roman era. The bastion was dedicated to St. James, the patron saint of Spain. Today, the entrance is located on the small hill, in Via Nazario Sauro, and allows access to three rooms with barrel vaults, located above three other rooms. The bastion is currently owned by the Municipality of Brindisi and is used for cultural and artistic events and exhibitions.